I camini e le stufe sono elementi di fondamentale importanza per riscaldare la casa, ma da soli non sono sufficienti: in bagno, per esempio, c’è bisogno del termoarredo. Stiamo parlando un ambiente in cui ci si dedica all’igiene personale e alla cura di sé: un luogo, insomma, che permette anche di rilassarsi.
Di conseguenza il termoarredo, così come tutti gli altri elementi di arredo, deve riuscire a far sposare in modo appropriato stile e funzionalità, tenendo conto che gli spazi sono ridotti e dunque è indispensabile ottimizzare ogni singolo centimetro quadrato di superficie a disposizione.
Il termoarredo
Ma che cos’è di preciso il termoarredo? Conosciuto anche con il nome di scaldasalviette, è un dispositivo che ha lo scopo primario di asciugare o di riscaldare gli asciugamani e le tovagliette che vengono usate in bagno. Non è molto diverso da un calorifero, e anche per questo motivo può essere utilizzato per riscaldare l’ambiente.
Sul piano tecnico, la struttura del termoarredo è costituita da due tubi che fungono da collettori: essi sono disposti in verticale, in parallelo l’uno rispetto all’altro, e sono uniti da diversi tubi più piccoli in orizzontale. L’effetto è simile a quello dei pioli di una scala. È variabile la distanza fra i moduli orizzontali, e può cambiare anche il pattern della disposizione dei tubicini fra i collettori: in ogni caso, è tale da far sì che un asciugamano o una salvietta possano essere messi ad asciugare.
Il termoarredo può essere allestito a bandiera o a parete. Fra i tubolari meno distanziati si mettono gli asciugamani e le salviette più sottili, mentre tra gli elementi meno ravvicinati si possono collocare i teli più grandi o gli asciugamani con uno spessore più elevato.
Il funzionamento del termoarredo
Il meccanismo di funzionamento del termoarredo non è sempre lo stesso: esso varia in base alla tipologia di tecnologia che viene adoperata. Nel caso di un termoarredo elettrico, in particolare, si adopera una resistenza elettrica che riesce a generare potenza a un livello che va da un minimo di 50 Watt a un massimo di 300. Tale dispositivo produce calore per mezzo di un liquido termovettore presente nei pioli e nei collettori.
Nel caso di uno scaldasalviette idraulico, invece, il meccanismo è simile in tutto e per tutto a quello di un termosifone classico: ciò vuol dire che il dispositivo funziona unicamente nel momento in cui è attivato l’impianto di riscaldamento principale, essendo connesso allo stesso.
La regolazione con il timer
Il termoarredo elettrico può essere gestito in modalità differenti: per esempio, con un timer se ne può regolare il funzionamento, ma può essere presente anche un sistema di regolazione della temperatura gestito con un comando digitale o un comando fisico. Dal momento che è necessario usare l’energia elettrica, è auspicabile che tali dispositivi vengano installati non troppo vicino a posti in cui potrebbero bagnarsi o comunque entrare a contatto con l’acqua.
In commercio, per altro, si possono trovare anche modelli di termoarredo con un funzionamento misto, e cioè basati sia su un sistema elettrico che su un sistema idraulico.
Come vengono distinti i termoarredo
La classificazione dei termoarredo può essere effettuata sulla base di vari parametri:
- La tipologia (che, come abbiamo visto, può essere elettrica o non elettrica)
- Il design
- Il funzionamento
- L’installazione.
Si è accennato al fatto che l’installazione del termoarredo può essere del tipo a parete o del tipo a bandiera. Nel primo caso il dispositivo viene fissato in modo stabile a una superficie in muratura; nel secondo caso esso è incernierato a un elemento a mo’ di perno ed è in grado di ruotare fino a un massimo di 180 gradi.
La peculiarità più evidente in funzione della quale, comunque, i diversi modelli di termoarredo possono essere classificati è senza dubbio il design, che non è direttamente correlato alla particolare tecnologia di funzionamento. Il tipo di design che si incontra più di frequente è quello del termoarredo con una forma simile a quella di una scala a pioli. Si tratta della soluzione più diffusa grazie a cui il dispositivo può essere usato come scaldasalviette.
Il termoarredo a onda
C’è, però, una soluzione alternativa che merita di essere presa in considerazione e che rappresenta una variazione sul tema da non sottovalutare: si tratta del termoarredo a onda. In questo caso si ha a che fare con un dispositivo caratterizzato da uno sviluppo prettamente orizzontale, con una lunga teoria di tubi ondulati, collocati a una distanza che permette comunque di posizionare gli asciugamani e le salviette che devono essere asciugati.
Le varianti
I termoarredo a colonna, invece, si differenziano dai tradizionali modelli con i collettori verticali perché i tubolari sono in verticale e i collettori sono in orizzontale. Essi possono raggiungere una notevole estensione e permettono di assecondare in modo particolare le necessità di riscaldamento dei locali.
Meritano di essere menzionati anche i termoarredo a specchio, che nella struttura integrano una superficie – appunto – a specchio. In questo caso si può parlare di un vero e proprio complemento di arredo a sé, e in effetti il termoarredo a specchio non viene utilizzato per asciugare le salviette. In un bagno moderno e con uno stile minimalista, invece, può trovare posto il termoarredo a piastra, dal forte impatto visivo: è formato da un solo modulo di forma rettangolare, senza elementi tubolari. Non è poi molto diverso da un termosifone, insomma.
Il termoarredo a pavimento
Un’ultima proposta da conoscere per il termoarredo è quella dei modelli a pavimento: si tratta di dispositivi chiamati così perché dotati di un punto di attacco al suolo. Questa tipologia di termoarredo, quindi, non viene fissata a una parete ma si installa al pavimento.
Prima di scegliere il termoarredo a pavimento, conviene pensare alle dimensioni del bagno e all’estensione delle superfici disponibili per la posa.
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