Se hai la necessità di provvedere alla stuccatura della pietra ricostruita, devi tenere conto di alcuni accorgimenti da seguire che ti aiutano a svolgere questo lavoro nel migliore dei modi. Ciò di cui hai bisogno, oltre ovviamente alla malta, è un sac à poche, che dovrai tagliare in corrispondenza della sua estremità in modo da ottenere un foro di un centimetro e mezzo o al massimo due centimetri.
Sei ancora inesperto in questo ambito? Allora sii cauto e, soprattutto, presta attenzione ai dosaggi: il che vuol dire, per esempio, evitare di applicare una quantità di malta più elevata di quella che tu sia in grado di gestire volta dopo volta. Sappi che la consistenza della malta dovrebbe essere friabile e al tempo stesso duttile, non troppo secca ma nemmeno eccessivamente umida.
Come si applica la malta
Una volta che ai riempito il sac à poche con l’impasto, inizia a maneggiarlo per prendere un po’ di dimestichezza. Il sacco deve essere appoggiato su una mano, mentre la sua parte posteriore deve essere attorcigliata con l’altra mano. Questo, infatti, è il gesto che ti permette di esercitare la pressione attraverso la quale la malta può essere spinta al di fuori dell’ugello.
A proposito dell’ugello, questo va introdotto nella profondità della fuga mantenendo un’inclinazione laterale rispetto al verso della stuccatura di 45 gradi. Nel momento in cui andrai a iniettare l’impasto, poi, devi calcolare bene la velocità con la quale ti sposterai, in modo da essere certo di riuscire a depositare all’interno della fuga la quantità di materiale davvero necessaria.
Ricorda, però, che la malta non deve mai essere lavorata quando è ancora morbida; inoltre, non devi usare spugne, scope, spatole o pennelli che siano bagnati.
Stuccare la pietra ricostruita: gli errori da non commettere
Uno sbaglio che non devi compiere, in fase di stuccatura della pietra ricostruita, è quello di usare una spugna umida o un pennello bagnato per lisciare le fughe.
Agendo in questo modo, infatti, sopra la pietra ricostruita andrebbe a depositarsi un velo di calce dallo spessore minimo, che si tradurrebbe nella comparsa di patina di colore biancastro. Il problema è che quando è bagnata questa patina non si nota, ma nel momento in cui si asciuga diventa visibile e con un effetto anti-estetico.
Per capire quale sia il momento giusto di lavorabilità, puoi eseguire delle prove di consistenza al tatto: quando ti accorgi che le dita restano asciutte, vuol dire che non c’è più acqua superficiale, e a quel punto puoi iniziare a lavorare e a schiacciare l’impasto dentro la fuga.
L’eccesso di malta può essere eliminato con l’aiuto di uno stecco di legno. Sei comunque tu a decidere come effettuare la lavorazione, in base alle tue esigenze e alle tue preferenze. Volendo, puoi aiutarti anche con una cazzuola o con una spatola, soprattutto se devi rifinire delle murature scagliate o vuoi ricreare delle stuccature che il tempo ha consumato.
Le operazioni di pulizia
I tempi di attesa per indurimento dello stucco sono variabili, a cambiano a seconda della tecnica di finitura che decidi di utilizzare. In ogni caso, è sempre sbagliato provvedere alla pulitura subito dopo che la malta è stata lavorata; ti conviene, invece, aspettare una ulteriore asciugatura. Per agire hai bisogno di una scopa morbida o di una spazzola di saggina; l’importante è che siano ben asciutte. Il colore della malta, comunque, è sensibile ad alcuni aspetti:
- Il gelo o la pioggia nelle 48 ore seguenti alla posa;
- Lavorazioni effettuate con diversi gradi di asciugatura;
- Temperature molto fredde
- Lavorazioni differenti.
A volte, quindi, può succedere che si verifichi una variazione di colore, accompagnata dalla comparsa di macchie o aloni. Le colature sulla pietra ancora fresche non devono mai essere pulite. È possibile rimuoverle solo dopo il primo appassimento. Ci si aiuta con uno stecchetto in legno per asportare il grumo che si è rappreso. Dopodiché, con una spugna si pulisce l’alone cercando di non passarla nei punti in cui non ce n’è bisogno.
Informazioni utili sulla stuccatura
Dopo la posa in opera della pietra ricostruita, quindi, la stuccatura è un’operazione importante e di semplice esecuzione, a patto di conoscere i più importanti accorgimenti da mettere in pratica. Vale la pena di tener presente che, in un ambiente domestico, si può provvedere alla pietra ricostruita in qualunque tipo di locale, inclusi il bagno e la cucina che pure potrebbero risultare un po’ più umidi, e su qualunque genere di superficie.
Al pari della pietra naturale, anche la pietra ricostruita è un materiale assorbente: questo vuol dire che si può cercare di renderla più resistente e di aumentare la sua durevolezza con un primer apposito, da utilizzare sia per la superficie che per il supporto. In questo modo, il materiale può essere protetto e così il naturale aspetto del rivestimento può essere messo in risalto.
I benefici offerti da un primer sono molteplici, per la sua azione antigraffio e impermeabilizzante. Esso, tra l’altro, riproduce la rugosità della pietra, e permette di utilizzare il materiale anche in un bagno turco, una sauna o semplicemente una doccia.
Tre tipologie di stuccatura
Sono tre i sistemi che possono essere utilizzati per l’applicazione dello stucco: la stuccatura normale, quella a spatola e quella a guanto.
Nel primo caso non si fa altro che procedere al riempimento degli spazi con degli strumenti ad hoc.
Nel secondo caso, invece, il prodotto viene applicato al di là dello spessore della pietra e in seguito schiacciato con una spatola o una cazzuola.
Nel terzo caso, infine, per la sistemazione dello stucco ci si serve di un guanto in pelle dura. Anche i bordi della pietra vengono parzialmente sporcati, in modo da ottenere un risultato che dal punto di vista estetico non è molto diverso da quello delle murature di un tempo.
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