Un camino a bioetanolo si distingue rispetto a quelli a legna e a quelli a gas perché si basa su una fonte di alimentazione differente: il bioetanolo, appunto, che è un prodotto che si ottiene attraverso un processo di fermentazione vegetale ed è a base di alcol etilico denaturato. Un camino a bioetanolo ha diverse caratteristiche interessanti:
- produce unicamente anidride carbonica e vapore acqueo: di conseguenza la sua installazione non presuppone la necessità di una canna fumaria;
- per il suo funzionamento si basa su un serbatoio al cui interno sono contenute pietre porose impregnate con alcol etilico denaturato;
- riscalda grazie alla combustione dei vapori che viene generata da queste pietre porose.
Il funzionamento di un camino a bioetanolo
La mancanza di una canna fumaria, dal punto di vista dell’efficienza, contribuisce a rendere il camino a bioetanolo più performante rispetto alle soluzioni alternative. Non di rado, infatti, la canna fumaria disperde una grande quantità di calore insieme ai prodotti della combustione.
Per avere un’idea del funzionamento dei camini a bioetanolo è sufficiente sapere che con un litro di prodotto si può ottenere una fiamma che dura, in media, tra le 3 e le 5 ore. Con questa soluzione si ha anche la possibilità di riscaldare più di un locale nello stesso momento: è sufficiente servirsi di un sistema di canalizzazione, attraverso il quale il calore che viene prodotto può essere diffuso e non disperso.
La scelta del camino a bioetanolo
Se hai in mente di comprare un camino a bioetanolo, devi sapere che il mercato ti propone diverse tipologie tra le quali scegliere: le categorie principali, comunque, sono quella dei caminetti sospesi, quella dei caminetti a isola e quella dei caminetti da terra. In tutti e tre i casi è necessaria la predisposizione di una presa d’aria esterna per il funzionamento del camino a bioetanolo, dal momento che una combustione prolungata nel tempo ha l’effetto di consumare tutto l’ossigeno negli ambienti chiusi.
Quale camino a bioetanolo scegliere
I camini a bioetanolo da terra sono strutturati per essere installati a ridosso di una parete; ci sono, poi, i camini a bioetanolo a isola, che possono essere muniti di ruote e quindi trasportati con facilità dove si vuole. Questi modelli possono essere collocati in qualunque punto di una stanza, garantendo la massima versatilità.
Infine, ecco i camini a bioetanolo sospesi, che possono – come il loro nome lascia intuire – essere sospesi a parete, come se si trattasse di poster o quadri. In tutti i casi, c’è comunque bisogno di una presa d’aria esterna.
Perché si usa il bioetanolo
Per produrre il bioetanolo si utilizzano le biomasse da cui si ricavano sostanze zuccherine di provenienza vegetale, dalla barbabietola da zucchero alle vinacce, passando per il mais o le patate.
Le biomasse messe a fermentare danno origine all’alcol etilico denaturato che costituisce il bioetanolo. In pratica il funzionamento di questo tipo di camino può essere paragonato a quello di un fornello ad alcol. Le pietre porose agiscono come uno stoppino, essendo imbevute di bioetanolo. La resa calorifica è molto elevata, con un litro di bio combustibile che permette di ottenere non meno di 3 kW/h. Il fulcro di tutto il sistema è rappresentato da un bruciatore, che a seconda dei modelli può essere automatico o manuale.
A che cosa serve il bruciatore
Il bruciatore manuale è anche un serbatoio; quando il bruciatore è automatico, invece, il serbatoio è a parte, collegato ad esso con un tubo. Il circuito viene azionato con un tasto che fa sì che il bruciatore venga riempito con il bioetanolo.
Per accendere il camino occorre un fiammifero lungo se si ha a che fare con un bruciatore manuale. Dalla scintilla, poi, deriva la fiamma, che nella maggior parte dei casi può essere regolata. La potenza e la dimensione del bruciatore determinano l’intensità della fiamma e la sua durata. Ovviamente il bruciatore è composto da materiali come l’acciaio inox che riescono a resistere alle temperature più elevate.
La normativa italiana sui camini a bioetanolo
Per quel che riguarda la normativa italiana, il regolamento a cui si deve fare riferimento in tema di sicurezza dei camini a bioetanolo è la norma UNI 11518 che è stata compilata dal CTI, il Comitato Termotecnico Italiano.
È questa la norma che indica le caratteristiche tecniche richieste agli impianti e le indicazioni funzionali che devono essere rispettate. Proprio per questo motivo, se ti accingi ad acquistare un dispositivo di questo tipo, devi avere l’accortezza di controllare la presenza di un’etichetta che faccia riferimento alla conformità alla norma in questione.
In particolare, la placca segnaletica deve specificare il nome e l’indirizzo del produttore, il tipo di combustibile che deve essere utilizzato e il consumo orario. Sulla placchetta di sicurezza che si trova nei pressi del serbatoio, invece, sono riportate le informazioni utili per il caricamento.
Questo, quindi, è tutto quello che ti serve sapere nel caso in cui tu abbia intenzione di installare un camino a bioetanolo: a questo punto puoi dedicarti alla scelta di un modello in linea con le tue necessità, dando uno sguardo al nostro catalogo online che contiene anche un vasto assortimento di camini a bioetanolo.