Il pellet è un combustibile che si presta a una grande varietà di applicazioni per il riscaldamento, in casa e non solo. Utilizzato in una stufa, per esempio, può essere impiegato per riscaldare uno o più ambienti di un appartamento, mentre se usato in una caldaia contribuisce a riscaldare una casa intera o perfino tutto il condominio.
In tutti i casi, è indispensabile unicamente combustibile di qualità certificata. Ma come si fa a capire se un prodotto è affidabile o meno? È vero che in apparenza i sacchi di pellet risultano identici tra di loro, ma a ben vedere non è così.
Come trovare il pellet migliore
Riscaldare la casa con la stufa a pellet è una scelta compiuta da molte famiglie, ma è fondamentale sapere come scegliere il combustibile.
Questo richiede di prestare la massima attenzione alle confezioni di ciò che si desidera comprare, su cui deve essere presente il marchio di qualità ENplus: è, in sostanza, una certificazione internazionale che assicura che il prodotto che si sta per acquistare sia stato controllato lungo la filiera, a partire dalla materia prima e fino al momento della consegna.
Inoltre, il marchio di qualità garantisce che il prodotto sia uguale dal punto di vista qualitativo, e cioè sul piano energetico e a livello fisico e chimico, indipendentemente dal Paese da cui arriva. Ci sono tre differenti classi di qualità: la B, la A2 e la A1, che è la migliore. Il nostro Paese consuma ogni anno più di 3 miliardi di chili di pellet, per oltre 2 milioni e mezzo di installazioni.
La scelta del pellet
Come noto, il pellet si ottiene dagli scarti che provengono dalla lavorazione del legno; è più facile da usare rispetto alla legna, dal momento che può essere impiegato in dispositivi di riscaldamento a caricamento automatico. Inoltre, si fa apprezzare per il potere calorifico molto alto. Certo, a patto che si scelga un prodotto certificato ENplus.
Infatti, le caldaie e le stufe che sono alimentate con questa tipologia di pellet sono in grado di abbassare le emissioni di polveri sottili, in confronto a quel che avviene con le caldaie e le stufe che sono alimentate con pellet non certificato, fino a 4 volte.
In più i generatori che adottano il pellet certificato ENplus riducono di 10 volte le emissioni di anidride carbonica in confronto alle caldaie che funzionano con le fonti fossili tradizionali.
Come è fatto il marchio di qualità ENplus
Sono quattro gli elementi che compongono il marchio di qualità ENplus per il pellet:
- Il marchio di certificazione
- L’indicazione della classe di qualità (che, come abbiamo visto, può essere A1, A2 o B).
- L’indicazione della norma di riferimento ISO 17225-2
- Il codice identificativo che comprende la sigla del Paese e il numero di certificazione, che va da 001 a 299 per i produttori.
I costi
A questo punto, però, è utile sapere quanto si spende e quanto si risparmia se si decide di riscaldare con il pellet. Per soddisfare questa curiosità si può fare riferimento alle stime fornite da Aiel, Associazione Italiana Energie agroforestali, che ha elaborato dei dati a partire dal fabbisogno termico di una casa di 100 metri quadri, pari a 12 MWh, tenendo conto dei prezzi dei biocombustibili.
Il costo del pellet certificato ENplus si aggira attorno ai 65 euro per MWh. Ipotizzando di usare una caldaia alimentata a pellet per riscaldare per tutta la stagione invernale una casa di 100 metri quadri, si spendono 780 euro per acquistare il combustibile, vale a dire 65 euro per 12 MWh. Questo vuol dire che si può risparmiare il 72% in confronto al gpl, il 51% in confronto al gasolio e il 13% in confronto al metano.
La stufa a pellet
Il discorso è diverso, invece, nel caso in cui si faccia riferimento a una stufa a pellet, magari usata a integrazione di un impianto di riscaldamento già esistente, come può essere una caldaia a gpl, a gasolio o a metano. Si può supporre che il riscaldamento della casa, in questa eventualità, dipenda dalla stufa per il 50%; così la spesa è di 390 euro, vale a dire la metà di 780 euro.
Attenzione, però, perché a questa spesa bisogna poi aggiungere quella relativa al combustibile che occorre per l’alimentazione della caldaia: poco meno di 1400 euro per il gpl, quasi 800 euro per il gasolio e 450 euro per il metano.
Facendo due conti, se si sceglie di integrare una stufa a pellet in un impianto di riscaldamento a fonte fossile già presente, il risparmio è del 36% in confronto al riscaldamento solo a gpl, del 25% in confronto al riscaldamento solo a gasolio e del 6% in confronto al riscaldamento solo a metano.
Tutti i pregi del pellet
La legna deve essere caricata a mano e piuttosto spesso. Questo duplice inconveniente non si manifesta, invece, se si opta per il pellet, che deve essere solo introdotto nel serbatoio dedicato – sia nella caldaia che nella maggior parte delle stufe – da dove poi viene prelevato in maniera automatica quando serve; il che, tra l’altro, contribuisce a un’autonomia superiore fra le ricariche.
L’autonomia, che è strettamente correlata al consumo orario, cambia a seconda della tipologia di apparecchio, ed è sufficiente fare riferimento alla scheda tecnica per conoscere tutti i dati nel dettaglio. Un altro fattore determinante è quello relativo all’intensità della fiamma: è chiaro, infatti, che l’autonomia è inferiore se la fiamma è usata al massimo.
È possibile acquistare il pellet in sacchi da 15 chili o optare per il rifornimento tramite autobotte, così da riempire un deposito: una soluzione ideale, per esempio, nel caso di un condominio in cui il sistema di riscaldamento è centralizzato.
Ecco, quindi, quanto e come si può risparmiare con il pellet per il riscaldamento della casa. Il nostro e-commerce mette a tua disposizione un vasto assortimento di soluzioni all’avanguardia per soddisfare le tue esigenze in questo ambito: cosa aspetti a scoprire il nostro catalogo?