La pietra ricostruita è una soluzione interessante per tutti coloro che non si possono permettere di sostenere i costi correlati alle pietre da rivestimento: come noto, il marmo e il granito – giusto per citare due tra gli esempi più celebri – sono materiali non alla portata di tutte le tasche.
Ecco perché vale la pena di prendere in considerazione la pietra ricostruita, a volte indicata anche con i nomi di pietra artificiale o ricomposta. In pratica, è un materiale molto meno costoso che riproduce la resa estetica, e quindi l’aspetto, della pietra naturale.
Ma non bisogna pensare che la scelta della pietra ricostruita sia solo una questione di risparmio: essa, infatti, è anche una soluzione rispettosa dell’ambiente, dal momento che evita il ricorso alla pietra naturale e dunque alle escavazioni che permettono di ottenerla.
Le caratteristiche della pietra ricostruita
Una pietra ricostruita di qualità è composta da vari materiali che presentano un equilibrio perfetto dal punto di vista della pigmentazione e, quindi della composizione. La preparazione può essere effettuata solo dopo che è stato individuato il corretto dosaggio tra le diverse colorazioni, il legante e i componenti sabbiosi. Il legante nella maggior parte dei casi è rappresentato dal cemento, mentre i materiali inerti naturali che vengono utilizzati sono la ghiaia, la sabbia e l’argilla. Non vengono inseriti dei coloranti se si usa la polvere di pietra naturale.
La composizione
Va detto, comunque, che la composizione non è fissa e può variare: per esempio al posto degli inerti ci possono essere dei materiali leggeri. Di conseguenza, oltre alla ghiaia e alla sabbia si può fare riferimento all’argilla espansa o al polistirene macinato.
Lo scopo è quello di rendere i manufatti più leggeri, senza che questo abbia delle ripercussioni sulla qualità o sulle prestazioni in termini di resistenza. Questa è la cosiddetta pietra ricostruita alleggerita.
Il legante
Sono due le più importanti tipologie di pietra ricostruita, e ciò che le differenzia è il legante che viene impiegato per la realizzazione dell’impasto. Le pietre a base cemento possono essere utilizzate sia nei locali chiusi che negli ambienti all’aria aperta, e sono ingelive; inoltre, sopportano carichi senza problemi.
Le pietre a base gesso, invece, sono porose, e di conseguenza possono essere impiegate unicamente negli spazi interni. In entrambi i casi, comunque, si ha a che fare con dei pannelli che poi possono essere trasformati in mattoni o in lastre. Tali rivestimenti vengono applicati alle superfici con una colla a scivolamento nullo, mentre per le fughe si adopera uno stucco riempitivo.
La posa in opera
La posa in opera della pietra ricostruita non presenta particolari difficoltà, e può essere effettuata su tutti i materiali più importanti:
- Il cemento
- Il legno
- Il metallo
Ovviamente, prima è necessario accertarsi che la superficie scelta sia in grado di sostenere il peso. Si può impiegare la pietra ricostruita tanto per aree di dimensioni contenute (per esempio un caminetto) quanto per superficie più ampie (per esempio una facciata o una parete intere). Per quanto riguarda gli ambienti della casa, è soprattutto in cucina e in bagno che questo materiale assicura una resa estetica ottimale.
I benefici che ne derivano sono molteplici, sia dal punto di vista della longevità dei risultati che in termini di traspirabilità. Come detto, la messa in posa è semplice, e quello che si ottiene è un effetto estetico non troppo diverso da quello della pietra naturale. Uno dei vantaggi più evidenti, però, è legato al peso complessivo, che a parità di spessore è inferiore del 20% a quello della pietra naturale. Per la posa in opera, i costi da affrontare e i tempi sono contenuti. C’è da sottolineare, poi, che la pietra ricostruita garantisce un isolamento più che discreto e una buona protezione delle strutture su cui viene applicata, oltre a garantire una vasta possibilità di scelta sia per i colori che per i formati.
Come si applica la pietra ricostruita
Le pietre ricostruite dovrebbero essere prelevate da scatole diverse: si tratta di un accorgimento che permette di usufruire di un effetto complessivo ancora più naturale. Ovviamente il materiale deve essere disposto non in modo casuale, ma con un approccio armonico.
Si deve cominciare posando le pietre dal basso e dagli angoli, per poi continuare verso il centro. Il materiale deve essere lievemente premuto in modo che possa aderire alla parete in modo più efficace. Le fughe dovrebbero avere le stesse dimensioni, fermo restando che per una resa naturale non bisogna essere perfetti né eccessivamente regolare.
Pietra ricostruita: la messa in opera non è sempre la stessa
Le modalità con le quali si deve procedere per la messa in opera non sono sempre uguali, ma variano a seconda del tipo di pietra ricostruita con cui si ha a che fare e che si è scelto di installare.
Nel caso in cui si sia alle prese con delle pietre di forma rettangolare, queste andranno collocate in modo sfalsato, tenendo conto che il lato corto è quello verticale. Ma ci sono anche pietre per cui il lato corto deve essere alternato con quello lungo. Le linee di fuga non servono solo a scopo estetico, ma sono necessarie anche per accogliere il materiale che, con il passare del tempo, sarà soggetto a dilatazione.
Lo stucco
Una volta che i giunti sono stati stilati, si prosegue sistemando lo stucco. A questo scopo occorre usare un utensile ad hoc, quale una spugna asciutta; vanno bene, comunque, anche la punta di una cazzuola, una spazzola di saggina o un guanto. Insomma, qualunque strumento che permetta di asportare il materiale in eccesso e garantisca una finitura dei giunti appropriata.
Dopo che la messa in opera è stata terminata, sarà bene proteggere la parete, con un idro-oleo repellente nel caso di una superficie esterna o con delle copertine copri muro nel caso di una recinzione.
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