Le stufe a legna a basso consumo sono la soluzione ideale per un riscaldamento ecologico, anche perché si basano sull’impiego di combustibile a impatto zero in materia di anidride carbonica; la legna, inoltre, è una risorsa rinnovabile, in modo particolare nel caso in cui arrivi da foreste certificate.
Essa quindi rappresenta una proposta alternativa più valida, oltre che più vantaggiosa dal punto di vista economico, rispetto ai tradizionali combustibili fossili, che sono inquinanti e costosi. Una stufa a legna a basso consumo può essere sfruttata come fonte di riscaldamento unico, se viene collegata con i termosifoni, oppure come sistema ausiliario.
Il funzionamento di una stufa a legna a basso consumo
Se un tempo gli ambienti venivano scaldati da caminetti tanto affascinanti quanto nocivi per l’ambiente, ora lo scenario è cambiato: le stufe a legna garantiscono comunque una gradevole sensazione di convivialità e intimità, ma hanno il pregio di inquinare molto meno.
I modelli più moderni si caratterizzano per la presenza di una valvola di ingresso per l’aria, attraverso la quale la fiamma brucia in maniera controllata. Inoltre la combustione può essere regolata, aumentata o rallentata in base ai valori scelti, e l’energia viene recuperata in modo che possa essere trasformata in calore ambiente. Una stufa a legna di questo tipo è formata da:
- Un sistema di ventilazione
- Una camera di combustione
- Una canna fumaria
Il sistema di ventilazione consente di regolare l’aria, poiché è così che è possibile controllare la combustione: in base alle esigenze si può intervenire sulla quantità di calore che viene prodotto. La camera di combustione, invece, è chiusa, perché in questo modo si possono garantire standard di efficienza e di sicurezza più elevati. Infine, è importante mettere in evidenza l’importanza della canna fumaria, grazie a cui viene assicurato un tiraggio adeguato dei fumi di combustione.
Il dispositivo funziona in maniera adeguata unicamente nel caso in cui la stufa e il camino siano dimensionati in maniera adeguata: sono fondamentali sia il diametro che la lunghezza. Le stufe a legna a basso consumo hanno il pregio di poter essere installate anche in un appartamento in condominio: è sufficiente collegarsi alla canna fumaria di casa.
L’evoluzione tecnologica
Investire in una stufa a legna al giorno d’oggi è una scelta sensata anche grazie al progredire delle tecnologie, che hanno permesso di mettere a punto sistemi di combustione in grado di migliorare sia la sicurezza che l’efficienza dei prodotti, mentre si riduce l’emissione di monossido di carbonio e gas incombusti. I materiali migliori da usare per una resa ecologica sono il materiale refrattario e la ghisa, in quanto si tratta di eccellenti conduttori termici.
Non mancano, comunque, proposte alternative che possono essere ugualmente interessanti: è il caso, per esempio, dei modelli con un rivestimento in maiolica e quelli realizzati in pietra ollare. In questo caso il prezzo è un po’ più elevato, ma si può beneficiare di proprietà di propagazione termica ottimali. Infine, nel novero dei rivestimenti moderni si possono citare il cotto e l’acciaio, che abbinano una notevole resistenza a caratteristiche di conduzione più che buone. La versatilità è un altro punto di forza delle stufe a legna a basso consumo, che riescono ad adeguarsi a necessità differenti a seconda delle preferenze degli acquirenti.
Perché scegliere una stufa a legna a basso consumo
Il risparmio in bolletta è senza alcun dubbio il motivo più importante per il quale vale la pena di scegliere una stufa a legna a basso consumo: ciò è vero in modo particolare nel caso in cui si opti per le termostufe, le quali sono utili per la produzione di acqua calda, da utilizzare per i termosifoni e non solo.
Le stufe a legna di questo tipo si dimostrano molto versatili: nel momento in cui vengono collegate a una caldaia si ha la possibilità di avere acqua calda, e ciò permette di ridurre in misura consistente i costi correlati allo scaldabagno; non va dimenticato poi che esistono anche stufe che permettono di cucinare. La semplicità di utilizzo è un altro dei tratti peculiari delle stufe a legna a basso consumo, le quali possono essere gestite con grande facilità.
Basta un carico al giorno per poter beneficiare di 24 ore di autonomia, anche perché si può sfruttare il calore che viene generato dalla brace. Detto che il combustibile utilizzato si può considerare sostenibile ed ecologico, occorre anche sottolineare che queste stufe sono sicure, al punto da poter essere lasciate in funzione anche quando in casa non c’è nessuno. Infatti l’intensità della fiamma viene regolata da un sistema di controllo, e non c’è rischio di scintille o possibili incendi.
Quanto si spende per una stufa a legna a basso consumo
Quello relativo all’acquisto di una stufa a legna a basso consumo è un investimento che vale sempre la pena di compiere, anche a fronte di un prezzo iniziale che può apparire molto alto, dal momento che la spesa è destinata a essere ammortizzata e poi perfino ripagata nel corso del tempo. Per una stufa di piccole dimensioni la spesa si può aggirare intorno ai 200 euro, ma in questo caso non ci si deve aspettare un potere calorifico più alto di 4 kW.
Invece, se si opta per modelli che vantano una potenza maggiore, oltre i 9 kW, si può arrivare a spendere fino a 2.500 euro: ovviamente si parla di stufe di marca, magari rivestite in maiolica o in ghisa, che però hanno consumi ridotti e quindi convenienti. Può essere utile anche fare riferimento a un tecnico che suggerisce la soluzione da adottare in casa a seconda delle dimensioni e delle esigenze, anche per non correre il pericolo di danneggiare o di caricare la stufa più del dovuto.
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