Il perfetto connubio tra risparmio e comfort: è in questo modo che si possono descrivere le stufe a legna ventilate, che generano il calore attraverso la combustione di legna e poi lo trasmettono per convezione (in minima parte per irraggiamento).
Il mercato mette a disposizione tante soluzioni differenti, che però hanno in comune la capacità di riscaldare un intero ambiente e di garantire un rendimento elevato; in più non inquinano e, dunque, sono ecologiche.
Come sono fatte le stufe a legna ventilate
Scegliendo una stufa a legna, vale la pena di prendere in considerazione l’opportunità di puntare su un modello ventilato. Questo tipo di stufa riscalda i locali soprattutto tramite i moti convettivi di un flusso di aria, la quale viene riscaldata nel momento in cui entra in contatto con la camera di combustione, per poi diffondersi nell’ambiente, eventualmente con il supporto di ventole dedicate. Una parte del calore che viene generato viene comunque accumulato per poi essere trasmesso, come radiazione infrarossa, per irraggiamento.
Le stufe ventilate a convezione naturale utilizzano i moti convettivi naturali che nascono a causa delle diverse temperature dell’ambiente. Si tratta di moti che neutralizzano il gradiente di temperature, le quali dunque vengono rese omogenee in tutto il locale. Non c’è bisogno di ventole o di canalizzazioni per garantire gli spostamenti di aria, in quanto tutto dipende dai moti naturali.
Come sono fatte le stufe ventilate canalizzate
Una soluzione alternativa è rappresentata dalle stufe ventilate canalizzate: come il loro nome lascia intuire, esse si basano su specifiche canalizzazioni raccordate a uscite secondarie dell’aria. Così gli ambienti attigui a quello in cui si trova la stufa possono essere riscaldati proprio grazie alle canalizzazioni, all’interno delle quali l’aria calda viene mossa da aspiratori o ventole. Le stufe canalizzate devono riscaldare volumi di aria molto consistenti, e proprio per questo motivo hanno bisogno di una potenza termica elevata, oltre che di una camera di combustione idonea.
Perché scegliere una stufa a legna ventilata
In genere una stufa di questo tipo è formata da una struttura in metallo, eventualmente con un rivestimento in maiolica che non ha solo una finalità estetica ma serve anche ad incrementare la capacità di accumulare calore. Le stufe a legna ventilate hanno dimensioni differenti, spesso correlate alla potenza termica, che a sua volta dipende dalla grandezza della camera di combustione.
Queste stufe non incidono sull’effetto serra, dal momento che l’anidride carbonica che viene generata quando la legna brucia è uguale a quella che la pianta consuma crescendo. Inoltre, si tratta di un dispositivo di riscaldamento che:
- Vanta un buon rendimento
- Non inquina
- Ha la capacità di riscaldare un ambiente intero
- Si basa sul consumo di legna, che è un tipo di energia rinnovabile.
Dalla combustione derivano acqua, anidride carbonica e cenere, la quale può essere usata come concime. Si ha a che fare, inoltre, con una doppia combustione, grazie a cui è possibile recuperare il calore che invece andrebbe perso se gli inquinanti venissero immessi in atmosfera.
La camera di combustione
Il fulcro di tutta la stufa è la camera di combustione, all’interno della quale si verifica – appunto – la combustione, che comprende tutte le reazioni di ossidazione per effetto delle quali si genererà il calore. Nella maggior parte dei casi la camera di combustione è in metallo, ma può essere realizzata anche in ghisa. Essa è caratterizzata dalla presenza di un’apertura sulla parte frontale, da utilizzare per caricare la legna, ed è prevista una chiusura ermetica assicurata da una porta in vetro da fuoco. In questo modo da fuori si può osservare senza problemi la fiamma che brucia, come se si avesse a che fare con un camino tradizionale, mentre non si corre il rischio che l’ambiente che deve essere riscaldato venga contaminato dai prodotti della combustione.
La circolazione dell’aria
Un altro elemento fondamentale di una stufa a legna ventilata è il sistema di circolazione dell’aria comburente che raggiunge la camera di combustione. La tipologia di combustione cambia a seconda delle modalità di realizzazione del sistema. La combustione più efficiente e più pulita scaturisce da un sistema che presuppone due diversi flussi – uno primario e uno secondario – di aria comburente.
Entriamo nel dettaglio: il flusso di aria primaria, che alimenta una prima combustione che viene definita appunto primaria, giunge all’interno della camera di combustione in corrispondenza della base della griglia sulla quale si trova la legna. La combustione primaria causa la pirolisi della legna, che consiste nella produzione di calore e nello sviluppo di monossido di carbonio e di idrocarburi.
Riscaldato in maniera adeguata, il flusso di aria comburente secondario viene introdotto dall’alto all’interno della camera di combustione, dove incendia i gas di pirolisi: ne deriva altro calore, mentre i sottoprodotti che si formano sono soprattutto vapore acqueo e anidride carbonica.
L’aria riscaldata e il sistema di circolazione
La struttura metallica della stufa a legna ventilata è dotata di intercapedini che consentono la circolazione naturale dell’aria, che si riscalda a contatto con la camera di combustione. Nelle stufe di ultima generazione, sulla parte superiore ci sono delle feritoie da cui viene prelevata l’aria, che poi viene fatta circolare da ventilatori all’interno delle intercapedini, con una velocità che può essere regolata con telecomando da fuori. Nella parte inferiore della stufa, invece, c’è l’uscita dell’aria, che a sua volta può essere regolata per mezzo di alette orientabili.
Nel momento in cui l’aria calda sale, si sposa e fa sì che nella stufa venga convogliata aria fredda. Si genera così un moto convettivo, per effetto del quale dopo un certo lasso di tempo l’ambiente si riscalda. Ci possono essere anche delle altre uscite dell’aria calda, la quale potrà riscaldare locali sovrastanti o attigui alla stanza in cui la stufa è stata installata.
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